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La newsletter intimista di Natale...

che puoi cestinare senza rimpianti tanto non c’è il codice sconto.


Ciao ,

Il Natale è così, ti arriva addosso come un treno in corsa.
Tutto si accende.
Tutto si amplifica.
E tu resti lì.
In mezzo alle lucine, ai giorni veloci, ai pacchetti da scartare, ai pacchetti che non ricevi, a quelli che non volevi.
Resti lì.
(Solitamente accerchiata da cibo calorico).

Vorrei avere la forza per scrivere e dire e sentire che è un giorno come un altro.

Ma io sono onesta e lo so che no, non è un giorno come un altro.

Capiamoci:
cosmicamente, nell’insieme scientifico delle cose, nell’universo in espansione il Natale è un cazzo di giorno come un altro, uno sputazzo nel niente globale ma...
per me
per te e
pure per chi si ostina a dire “cazzomenefrega”
non è così.

Troppe cose, troppe luci, troppe aspettative create da qualche millennio di tradizioni.
Impossibile passare oltre col fair play di 007: agitato, non mescolato.
Noi ci agitiamo, ci mescoliamo, veniamo messi davanti a conflitti familiari, ad aspettative tradite, a bilanci che tornano o non tornano e pure ai calzini coi gommini come regalo.
Io vengo da una famiglia problematica e il Natale per molto tempo è stato una sorta di incubo in cui capire dove stare senza dare fastidio.

Natale era la festa in cui dare sfogo a tutte le nevrosi possibili piacevolmente illuminati dalle intermittenze delle lucine e io diventavo un pacco:
CHI LA TIENE LA BAMBINA?
Non ti sto raccontando questa cosa per farmi compatire né per rattristarti, te la sto raccontando perché negli anni ho capito alcune cose e credo valga la pena di raccontartele, di condividerle.

Poi comunque puoi sempre smettere di leggere.
La newsletter è democratica.
Si può cestinare.
Le cose che ho capito sul Natale:
  • Passa. Sono 3 giorni comprendendo Santo Stefano. Sticazzi.
  • Se hai una famiglia di merda non la devi scegliere per forza puoi chiamarti fuori.
    L’unico giudice che vale la pena ascoltare è il tuo cuore. Metti un termometro sul calorifero e datti malata.
“Eh ma come faccio?”
FALLO, fregatene.
  • Se hai una famiglia da così così a meravigliosa apprezzala.
    Davvero.
    Col cuore.
    Perché io e un sacco di gente come me non sappiamo nemmeno cosa siano le lasagne fatte in casa, il desiderio di vedersi e i mandarini a fine pasto.
    Fallo per me.
    Abbracciali tutti.
    Goditeli.
    Spupazzali.
    Fatti i selfie e mandameli.
  • Le famiglie si creano, non sono fatte solo di consanguinei, si possono scegliere.
    La cosa importante è non farsi portare via la luce del Natale da chi ha provato ostinatamente a farlo.
    La luce arriva dove lasci aperta una fessura.
(non posso garantire che arrivi pure Ryan Gosling ma chissà...)
Non ho null’altro da dire e non so nemmeno perché ti racconto queste cose ma, per deformazione personale, penso che un po’ d’affetto in questo momento possa comunque farti bene.

Anche perché prima o poi dovrai pesarti.
Non ho molto altro da aggiungere se non un enorme grazie.

Questo grazie non riguarda solo le vendite dello shop on line ma riguarda l’affetto che sento intorno.

Per la piccola Cristina, che vive dentro l’estetista cinica, ben protetta da un caschetto perfettamente piastrato e da una lingua tagliente, questo affetto è il più grande regalo che la vita potesse farle.
 
Buon Natale 
Cristina

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